Risposta ad un Post insolito

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Ciao da Cristiano Gatti
prima di scrivere ho voluto leggere qualche volta il msg perchè volevo capirlo bene, conoscendo M. e la Eos.
Non penso che con quel msg la eos volesse chiedere come sopperire a come risolvere il problema col cliente, ma voleva mettere in evidenza la situazione generale di chi fà questo tipo di lavoro (Chapeau!).
Non credo che con quel messaggio volesse chiedere a qualche esperto come rispondere al cliente o come istruire i propri tecnici, ma cosa succede nel mondo del settore hosting.
Son rimasto un pò scosso dal fatto che nessun “provider” ha risposto alla discussione. Forse anch’essi la pensano in modo simile, forse anch’essi hanno avuto esperienze del genere, forse anch’essi hanno questo problema di ricevere assurde richieste dai clienti, ma non hanno le palle o sono molto garbati da non aggiungere altri commenti.

Penso che in quel messaggio vi fossero due sottomessaggi e non un banale messaggio di auto di come gestire un cliente, penso io!
Quello è un blog e sulla scia americana si cerca di “civilizzare” l’utente e non di farsi insegnare come gestire un cliente.
Se fosse un post scritto per farsi aiutare a capire come gestire una situazione scomoda, c’è da fare a tal ditta “Chapeau!”, cioè tanto di cappello, visto che senza problemi hanno avuto le palle di scrivere al mondo la situazione reale degli hoster senza nascondersi dietro un dito come, forse, giustamente fanno in moltissimi.
Io ero uno di quelli, mi nascondevo dietro a post privati per chiedere info,, soprattutto su www.cpanel.net, e di ciò me ne vergogno, visto che in america (U.S.A) e inghilterra (U.K) tutti scrivono alla luce del sole i loro problemi senza nessun tipo di vergogna, persino i grandi HOSTER…..MA QUI SIAMO IN ITALIA e basta scrivere due cose per venir infangati dalla meschina concorrenza!

Tornando al posto del blog, si mettono in evidenza due problemi, penso io,
uno relativo al problema di come viene visto un fornitore di smtp o hosting o provider
e due di come stanno cambiando, forse non in italia, i servizi dei provider.

Per quanto riguarda la frase di EvolutionCrazy: vuole avere i problemi risolti, chiedo se hai ragionato da cliente, da fornitore o in modo obiettivo?
Se parli da cliente, non posso ribattere, se parli da fornitore a mio giudizio hai fatto del puro e falso marketing, se parli in modo obiettivo ti renderai conto che hai detto una castroneria.

C’è una frase che è stata scritta, a mio parere, con grande coraggio ma che forse non avete ben letto . La frase è questa:
E’ vero che chi vende la macchina deve persino insegnare a guidare, a metter benzina, i limiti i velocità, le buone maniere per strada, i cartelli stradali, lavare la macchina, allacciarsi la cintura, però che si può fà?
Siamo all’impotenza totale, non penso incapacità visto che ciò che il tecnico poteva fare è stato fatto.

Sintetizzare il tutto ad un banale, scusatemi cari TheVice e Evolution:
si potrebbe fornire una ulteriore porta ..bla bla bla…
è a mio giudizio assolutamente non realistico e un po’ ipocrita (non voglio offendere nessuno, è solo il mio semplice pensiero e se ho capito male scusatemi)

Mettiamo il caso in cui ho ben capito i posto, voi dite in pratica che il fornitore di hosting per una pizza o una mezza cena all’anno deve sobbarcarsi il problema dell’incapacità delle persone di imparare a far valere i propri diritti verso fornitore diversi dall’hoster.
In pratica l’HOSTER, come diciamo dalle mie parti, oltre al servizio di deve dare un FIASCHETTO D’OLIO!
Quanto paghiamo uno spazio web? E quanti soldi diamo a chi ci fornisce la connessione ad internet? Ora esageriamo visto che in ITALIA non vi è questo problema, però da ex adetto
ai lavori, scusatemi, mi sfogo un po’ e dico le cose come stanno!
All’hoster è richiesto di dare il sedere ad ogni costo, al provider di connessione non è chiesto nulla perchè solitamente i provider di connessione a differenza degli hoster non rispondono entro qualche ora e in modo idoneo ed esausitivo.

Per farla breve, in pratica, chi è più disponibile se la deve sempre prendere in quel posto pur guadagnando meno di altri.

La domande del post, o come si chiama, è : IMPOTENZA o INCAPACITA’.
Impotenza: certamente visto che un hoster non ha la possibilità di gestire i problemi altrui
Incapacità: sicuramente! perchè il tecnico doveva rispondere immediatamente, senza fare 100 controlli, che alla ditta e ad altri clienti che sono in attesa di risposta per REALI PROBLEMI, costano tempo,
-IL PROBELMA NON E’ DI NOSTRA COMPETENZA , il problema è del provider di connessione il quale blocca le porte di default 25 e (mai usata) 587.
CHIEDA AL SUO BEN PAGATO PROVIDER DI CONNESSIONE quali porte usa e se inibisce l’uso dell’smtp esterno e soprattutto del WEBMAIL (assurdo…parla di webmail, giusto?), quale SMTP DEVE USARE ! STOP!
Ai vostri hoster chiedete, senza indugi: “ma se sono in USA e non riesco a mandare la posta, mi mettete a disposizione la porta 11,23,45,67,89,443 oppure devo usare il loro smtp?”
Non facciamo ipocrisia e rimaniamo nelle realtà del settore. Se poi una ditta che vuol fare la ganza dice che mette a disposizione la 443, ben venga e sia così magnanima, come fanno in america, da insegnare alla concorrenza di come gestire su DIRECTADMI o CPANEL o PLESK tale porta !

Quoto EVOL: “incapacità?” boh… capacità di fare la diagnosi c’e’..
dove! Il tecnico più di controllare tutto lato server e accertarsi che è tutto funzionante cosa deve fare? Mettersi “prono” e attendere lo spirito santo?
Cioè, scusatemi ma non riesco a capire.

Riprendo l’esempio coraggioso dell’auto:
compro una BMW x5 (spero di non doverla vendere mai se no mi uccido), vado in USA e non hanno i cerchioni che in Italia solitamente mi vendono. Mi incavolo con il mio fornitore in Italia o cerco di capire come sistemare le cose in base alle loro regole?
Devo farne una colpa al mio fornite in Italia o sono più ampio di vedute e capisco che in america vi sono altre regole?
Sicuramente per la mentalità out-hosting apro i miei orizzonti e vedo che devo adeguarni. Se rimango con la mentalità client-hosting faccio un casino con i fornitori in Italia.

Tornado in tema, scusatemi per il mio strano modo di scrivere, penso che il tema è stato travisato e il msg voleva aver una morale indirizzata ai loro “concorrenti” i quali a mio avviso dovevano intervenire inserendo commenti con le loro esperienza.

MA PURTROPPO si sa che in questi meandri girano pochi concorrenti con la C maiuscola, mentre altri intervengono solo per farsi banale pubblicità.

Vedi alcuni posto ridicolissimi di gente che per mostrare la propria firma commerciale rispondono insulsamente a post scrivendo: vai qui, vai là, vai su, vai giù

Incavolatevi quanto volete sull’ultima frase, insultatemi quanto vi pare, ma sapete che la verità è questa. RISPONDERE A THREAD informativi con risposte ovvie solo per far vedere la firma del sito di hosting.

Qui entro nell’OT spudorato, e invito Stefano pubblicamente a prendere una decisione forte verso queste persone. O dai la possibilità agli hoster di rispondere con le proprie offerte a tutti i thread del tipo “devo comprare x mb”, con risposte dirette del tipo “la mia offerta è xxxxxxx”, oppure, nel rispetto di chi segue le regole, banni immediatamente certa gente insulsa che avendo del tempo risponde con ridicole indicazioni del tipo
“ma di preciso quanto ti serve?”
“ma forse per il tuo sito andrebbero bene …..”
“cerca in offerte hostingtalk”
etc…

Le vie di mezzo, come abbiamo potuto vedere su altri forum del settore, portano solo a farsi del male, perchè le aziende serie, ad un certo punto, si stancano di leggere, di seguire un forum, di postare i loro suggerimenti intelligenti.

Finisco qui visto che stò esagerando! E non voglio andare oltre
faccia a faccia mi tornerebbe meglio dirvi le cose, per iscritto no.

Cristiano Gatti

Deflagrator, adesso capirà il mio post

Deflagator disse:
Se io voglio fare il fornaio, ma mi chiedo come si fa il pane, o vado a fare l’apprendista in un forno, e poi apro il mio, oppure compro il pane così com’è da un altro forno e lo rivendo semplicemente a prezzo maggiorato.

Mia risposta:
Ciao
scusami tanto Deflagrator ma non sarei del tutto in accordo con te.
Vi sono diverse aziende di hosting che hanno avuto successo nate da persone che non capivano molto del settore.
Che han fatto? hanno visto il tipo di business, hanno trovato persone qualificate, le han pagate per consulenze varie e hanno iniziato l’attività.
Non è detto che uno che vuol far hosting o il panettiere debba forzattamente essere un amministratore di sistema o un cervellone di hardware o un pannettiere o un cuoco o un consulente aziendale che capisce di conti…l’importante che abbia passione, volontà, determinazione.
Oggi inizio ad informarmi, studio il settore, studio come poter avviare al meglio l’attività, trovo persone competenti, e parto.
Ovvio che devo avere oltre a ciò che ho indicato sopra anche un pò di cervello e di buon senso utile per far lavorare al meglio l’azienda e soprattutto dedicare anima e corpo al lavoro apprenendo di tutto e di più da quei collaboratori che mi stanno aiutando a portare avanti il progetto.
Ora forse grg “esagera”nel richiedere informazioni analitiche, quelle informazioni che in diversi hanno appreso da professionisti del settore, però ha fatto una cosa lecitissima e giustissima…per capirci..!!se questo forum ci fosse stato qualche anno fà alcuni avrebbero anche risparmiato qualcosa nello startup!!
Hai però detto una cosa giustissima: è quasi inutile fare calcoli su calcoli, perchè o ci si crede o non si parte. Hai detto anche un’altra cosa giustissima “puoi spendere 10 come 100”
Forse chi vuole iniziare, sempre che ci creda al 100%, sempre che gli interessi investire in risorse umane a meno che ha validissime competenze, dovrebbe dire: io ho questo budget annuale (non basta avere i soldi per lo sturt-up), cosa ci posso fare?
Altra domanda che è da fare?: meglio un colocation o server dedicato?
Meglio mantainer da subito o no?
Meglio server in USA O Italia o Europa?
Che tipo di server?

Proviamo a rispondere:
Sicuramente il colocation è più interessante a lungo termine. Maggior guadagno (lungo termine) e maggior controllo sui server.
Il server dedicato è interessante se si han pochi soldi disponibili. Inizio con server dedicati per poi in futuro passare a colocation con propri server, propri firewall, propri switch. Per 1, 2 server meglio pensare ai dedicati

Mantainer da subito esprime al cliente una maggior solidità (obiettabile oviamente la cosa visti i trascorsi di alcune aziende) però è sicuramente più interessante visto che chi è mantainer ha la gestione diretta del dominio e pertanto maggior velocità di registrazione dominio.

Il tipo di server dipende dal servizio da offrire, da quanta tranquillità giornaliera e notturna si vuole avere, da quanto credo in questo lavoro.

USA? ITALIA? la collocazione geografica intacca i costi e il tipo di servizio. Personalmente preferei l’ITALIA a menoc he il marcato da toccare è anche quello straniero..

link

Cristiano Gatti

Mantainer affidabili e seri

Discussione HT

Ciao
Un consiglio, poi se pensi che il n. dei domini sia il punto di maggior riferimento per capire la qualità/stabilità/potenzialità di una ditta sai già cosa fare.

In diversi hanno spiegato come funziona quella classifica ed è “quasi” reale a grandissime linee. A grandissime linee perchè mancano
>domini .it (vi sono ditte che il 70% dei domini sono .it) >> causa di questo alcune ditte sono su valori minoritari su webhostig.info
>seguono il DNS pertanto se una ditta lavora molto con i rivenditori e assegna ai rivenditori dns personalizzati, abbiamo una ditta in posizione assolutamente “sfavorita” inoltre
vi sono aziende che per proprie politiche usano dns diversi (dns legati a domini diversi) e se non si iscrivono a webhosting.info segnalando la cosa, utile per accorpare i vari dns, avranno una posizione “sfavorita”

In base a quanto indicato vi potrebbero essere ditte da te non valutate perchè non raggiungono i primi 20 o 30 posti, oppure webhosting gli assegna un tot di domini Y pur avendo un numero di domini gestiti notevolmente più alto di qualcuno che è nella X posizione e pertanto più facilmente visibile e meno “sfavorito”.

La tua scelta, tornando al consiglio, si dovrebbe basare su
1) struttura informativa del sito (ampiezza delle informazioni)
2) tipologia di supporto che fornisce (email? telefono? telefono 199? call center? ticket? forum? chat? Faq?)
3) per ogni tipo di supporto fornito quali sono i tempi di risposta? le risposte sono di tipo personalizzato, risolutive oppure sono risposte tipo “leggi qui e là e su e giù”
4) tempi di attesa telefono
5) UPTIME garantito da sito o da sla e in ogni caso quanto viene dichiarato?
99.5 -99.9 – 99.95 – 99 e esso riguarda la linea, il server o è un dato inserito a caso?
6) il sito ha una bella lista di siti (ovvio che non tutti possono inserire i clienti, dipende anche da settore commerciale in cui sono incanalati) oppure via email fatti dare qualche dominio e chiedi se puoi contattarli (anche se non ha molto senso perchè potrebbero essere clienti mirati)
7) se hanno un forum fai un bel giro sui post e leggi cosa dicono. Molte volte un forum è lo specchio dell’azienda. Vi sono forum di ditte di hosting da cui si riesce a parcepire l’aria di come lavora la ditta stessa, di come si trovano i clienti.
8) guarda l’anzianità dell’azienda e chiedi informazioni. L’anzianità non è un dato certo per valutare la serietà perchè la ditta nata 1 anno fà potrebbe lavorare molto meglio di quella nata 10 anni fà. Chi ti dice che quella azienda nata 1 anno fà è composta da persone che precedentemente lavoravano presso altre aziende del settore o erano soci di qualche altra ditta, etc..etc…l’anzianità è importante ma non basilare

Tornando all’inizio del thread, scusami ma a meno che tu stia chiamando un call center è facile sentire cose che possano far pensare che uno stia dentro la cameretta del figlio a lavorare (esagerando). Ti faccio due esempi
1) chiamato in questi giorni un grosso professionista della zona che conosco molto bene e sò che l’ufficio è immenso, 15 segretarie, etc..eppure ho sentito
-un bambimo piangere
-una banda che suonava
Il tipo ha l’ufficio in centro sopra alla piazza comunale e i vetri non sono doppi pertanto si sente di tutto e di più.
Personalmente qualche anno fà feci l’errore di prendere un ufficio in una palazzina dove i muri erano alti 1 dito e fra poco si sentivano anche rumori del WC.
Non puoi, a mio giudizio, basarti sui rumori di sottofondo per giudicare un azienda, come pure il n. dei domini. Vi sono ditte con 300, 500 domini che lavorano benissimo, ditte con 3000, 5000 domini che lavorano altrettanto bene, ma non perchè hanno meno domini di altri debbano essere rischiosi o non affidabili o MENO importanti a livello di mercato.
Eccoti un esempio esagerato> Ferrari vende meno auto della porsche
Ognuno sceglie la propria politica. C’è chi vuole arrivare a gestire un piccolo n. di domini e c’è chi vuole invece arrivare a gestire migliaia e migliaia di domini, politiche diverse, interessi diversi, management diverso, 740 non è detto che sia diverso
Chi sia più a rischio non si può dire, il mercato ci ha dato delle conferme eclattanti in questi anni dove aziende italiane e non, dichiarate infallibili hanno avuto dei gravi problemi.

Concludendo, scusa la lungaggine,
“ecco 2 ipotetici esempi:”
1) il titolare del dominio ha la facoltà di trasferirlo seguendo le linee guida delle policy. Nessuno può impedire un trasferimento a meno che vi siano casi particolari. I problemi eventualmente potresti averli per i domini non .it dove chi gestisce il dominio potrebbe non fornirti il codice di trasferimento, potrebbe bloccarti il trasferimento, potrebbe non inserire nell’admin una tua email. Queste possibilità sappi che ti possono capitare con la “piccola” come pure con la “grande” azienda.

2) per domini non .IT> sicuramente l’admin spiegando la situazione, non essendo solo lui cliente e pertanto il Registrar avrà varie notifiche di cambio, al Registrar, il Registrar gli andrà incontro “scavalcando” il rivenditore di domini
Per il .it non hai problemi, il dominio te lo sposti quando vuoi

Conclusione, visto che fondamentalmente le paure sembrano legate alla non trasferibilità causa “mela marcia”, registrati un dominio .it almeno puoi cambiare mantainer quando lo desideri senza incotrar nessun tipo di problema però visto che hai 300 domini ti potrei consigliare soluzione definitiva e sicura al 100%
a) diventa mantainer (se hai molti domini .it, se no scegli un qualsiasi mantainer col prezzo e tempi di invio modulo accettabili)
b) scegli un bel Registrar di modo che sei autonomo
b) metti su un server dedicato almeno te li gestisci da solo senza pensare che la ditta possa chiudere

Ciao

Cristiano Gatti

La Banda Aperta!

Banda aperta: il totale dei server usava 10Mb di banda media, nessun problema.
Il totale dei server usava 30, nessun problema, usavano 50, no problem..e così via
Nessun limite preciso ai siti o ai server. Ho sempre ragionato a GB e mai a banda.
Se usavi 300 Gb pagavi di più di uno che usava 30Gb anche se eri sul solito server.
Forse per far capire dovrei scrivere : avevo banda illimitata, ma per mia deontologia non uso quella parola visto che di illimitato non c’è neppure l’infinito, pertanto preferisco la paorla APERTA.
Più banda usavo, più pagavo e di conseguenza i clienti (ragionando in traffico)
Per dirla chiara, se su un sito leggi:
traffico illimitato o traffico 500Gb ma poi la banda è bloccata sul sito o sul server a 512Kb, chi ci crede è uno sveglione!
Credo sia chiaro. Certo che se non faccio pagare il traffico aggiuntivo farò in modo e maniera, riuscendoci, che per superare il traffico incluso fai una gran bella fatica
Se un sito non crea problemi a livello di carico, perchè limitargli la banda? per poter continuare a dire che dai 500Gb al mese? Calciocatania arrivava a fare su un server condiviso 600Gb di traffico mensile, però dietro aveva un pool di gente che lavorava affinchè gli script non incidessero sul carico. C’era un gruppo di blogger, penso siano stati tra i primi a buttarsi di brutto sui blog, che generavano, su server condiviso, 800gb di traffico. Ogni volta che il carico aumentava, di comune accordo, si bloccava qualcosa per studiare la situazione e dopo l’intervento sugli script tornavano online aumentando le visite. Non sempre si ha la fortuna di lavorare con clienti che capiscono queste problematiche. Ho avuto esperienze, come sicuramente tutti Voi, di personaggi che con 10 persone sul forum o phpnuke o phpadsnews, caricavano il server a manetta e non c’era modo di fargli capire che il problema erano LORO non i server.

Cristiano Gatti

Come creare un business con l’ hosting

Il titolo forse è un pò troppo pesante, forse e poco umile, ma non sapevo che titolo dare.
Preciso che quanto sotto descritto non è una bibbia, non è legge, solo un mio pensiero su questo business.

Spero di far cosa gradita visto che Stefano me lo aveva chiesto qualche decennio fà:) ma per problemi (per fortuna) di lavoro non ho potuto far nulla.

Preciso che ho un bel problema di sintassi e ortografia pertanto se poteste non far commenti su tal cosa ve ne sarei grato.

In relazione a questa storiella vi sono due thread interessanti

http://www.hostingtalk.it/forum/showthread.php?t=5476

http://www.hostingtalk.it/forum/showthread.php?t=5254

Proviamo ad iniziare il thread:

Prima di tutto chi vuole intraprendere questo lavoro deve sapere che, come ogni lavoro imprenditoriale necessità di grandi sacrifici, di pazienza, di forte motivazione, di passione, di LEALTA’ e disciplina!

1) decidere il mercato che vogliamo affrontare.

Come tutti sappiamo, vi sono mercati di hosting economico e più di alto livello. E’ possibile anche affrontarli entrambe, sempre che sul sito si specifichino regole chiare per chi scegli uno e l’altro servizio.
Vendere tutti e due i servizi sul solito sito senza spiegare le differenze sostanziali può essere sbagliato

2) decidere il tempo massimo di ritorno del proprio investimento

  1. decidere quanto investire

  2. decidere se si vuol diventare un semplice rivenditore o un punto di riferimento per i rivenditori

  3. decidere se si vuole avere macchine proprie o se vogliamo affittarle da terzi, idem per la banda

  4. decidere se affidarsi a terzi per la registrazione dei domini .it o no

  5. decidere se fare pubblicità e quanto investire in pubblicità e dove (studio della concorrenza e del settore da colpire)

  6. decidere se seguire le regole deontologiche e il buon senso oppure iniziare a spammare mezzo mondo

  7. decidere come supportare i clienti una volta aperta l’azienda

  8. decidere gli orari di attività

  9. decidere quante ore massimo voglio dedicare a questo progetto

  10. decidere se al punto di rottura voglio essere uno schiavo di questo lavoro oppure avrò la forza di investire nell’azienda assumendo personale

  11. decidere se farmi affiancare da supporto in outsourcing o assumere qualcuno da subito o fare tutte e due le cose

  12. decidere se sono PRONTO ALL’AVVENTURA E ALLA LOTTA!

    Questo mercato può essere fatto investendo 5000 euro come pure investendone 50.000/100.000/200.000 etc.

    Pensare di affrontare il mercato assumendosi la responsabilità di dire sul sito: offriamo strutture con affidabilità di un certo livello, 10 dischi a macchina, supporto telefonico 24 ore su 24, etcc, con 5/10/15000 euro sarà un po’ difficile,

    però fattibile se quel budget non lo guardo come investimento una tantum bensì come investimento dilazionato affidandomi al’affitto di server dedicati.

    Iniziamo a prendere qualche decisione:

    a) voglio server di mia proprietà oppure li affitto?

    Affittare i server significa pagare una quota mensile (nel caso si consiglia di affittarli all’estero per motivi di assistenza) che comprende server e banda. Affittare i server va benissimo fintanto che non si supera un certo numero di server (normalmente 10) per massimo 10 mesi.

    Vi sono dei punti di rottura dove conviene assolutamente acquistare i server e non affittarli, pertanto conviene trasferire i siti su server di proprietà e rack italiani.
    Il problema dell’affitto potrebbe essere solo questo, cioè il costo a lungo termine, però vi è un altro problema, quello dei costi accessori di supporto hardware e software.
    In pratica sidipende sempre da altri per installazioni di nuovo hardware, nuovi componenti, nuovi software, però vi è un vantaggio incredibile, cioè la velocità di attivazione server (parliamo degli USA non dell’Italia ovviamente)
    Per quanto riguarda l’immagine chi vende spazi su server di proprietà è visto di miglior occhio, ma per esperienza reale ciò non comporta molti clienti persi

    In Italia vi sono società che con qualche bella immagine e qualche frottola in qua e in là vende spazi su server altrui come se li avesse sotto casa

    b) Se decido di avere i server di proprietà dovrò ovviamente avere un rack o una porzione di rack, idem per la banda.

Qui nascono un po’ di problematiche date dal fatto che in Italia i commerciali creano lentezza di offerte, creano un mercato poco chiaro, a differenza dell’estero dove vi sono pacchetti di vendita

chiari e limpidi.

Decidiamo se risparmiare o no.

Risparmiare significa avere una porzione di rack e non un’intero rack.

Meglio 1 o ½ o ¼?

Tra ½ e ¼ non vi è differenza a livello di sicurezza, sono poco sicuri entrambi. La differenza la fa il rack intero dove il mio server sarà solo soletto senza nessun vicino di casa poco simpatico, un po’ come succede per i siti web…sito su server dedicato o in shared? Server in rack diviso con altri condomini o no?

Essere dentro un server con altre persone non è consigliabile (fiamme, mani, cavi) però nulla vieta

di iniziare con ¼ di rack. (fidatevi di ciò che dico)

Risparmiare significa avere 2 cavi di rete (internet e elettrica) che arrivano al rack o solo 1 cavo
Questo è un punto importante per il risparmio. 2 reti elettriche sono sicuramente più affidabili ma

costose di 1 però perchè non utilizzare al massimo la ridondanza?

Il solito discorso vale per la rete internet. E’ inutile che io son collegato solo ad un cavo quando alle

spalle ho un datacenter che ha 3 router sulla rete a e 3 sulla rete b

Se la rete A cade del tutto, non per colpa del datacenter, io vado con la ret
e b, a meno che il

datacenter mi assicura (attenzione) che il mio cavo è collegato al mix di reti.

La base: ½ rack + 1 linea elettrica + 1 rete

La sicurezza: 1 rack + 2 reti di tutto

A questo punto posso risparmiare o no su cosa stà dietro al server e cioè lo switch e il firewall.
Si può iniziare, se si lavora in ambiente linux, anche senza firewall hardware (un linux ben

configurato è già un firewall), ma lo switch è d’obbligo.

A questo punto nasce il problema: ma ho due reti o una?

Se ho due reti prendo 2 switch, se ho una rete prendo 2 o 1 switch?

Ne prendo 1 ma se si rompe che succede? Devo accenderne un altro e collegare i fili…allora meglio

2 con un ponte per la ridondanza.

CAVOLI! DURA VERO?? decidere cosa fare non è semplice, dipende tutto dai soldi disponibili.

BENONE adesso passiamo ai server.

Compro server assemblati o server di marca? (nel caso consiglio DELL, mi son sempre trovato

bene)
Assemblati costano MOLTO meno e l’assistenza hardware è tutta a nostro carico

Server di marca l’assistenza si paga ma è a carico del venditore
Qualche esempio: se acquisto un server DELL posso arrivare a pagare anche 1000 euro (anche più per l’offerta non leggibile sul loro sito) in più un server per aver una garanzia di intervento onsite in pochissime ore.
Ne vale la pena? Dipende!:)

Qui posso decidere se con i soldi dell’assistenza mi compro un “muletto” da utilizzare nel caso di

casini e pertanto poter attendere quelle 12 ore di intervento sul server rotto, oppure decidere di

avvalermi dell’acquisizione del supporto hardware visto che in 4 ore voglio l’intervento sul ferro.

Alcuni scelgono il discorso MULETTO, altri scelgono le 4 ore, altri ancora scelgono qualcosa di più oneroso ancora, cioè per ogni servizio 2 servers, e in più, per essere sicuri al 100% dell’affidibilità dei servizi venduti, pagano l’assistenza onsite in 4 ore di modo che un servizio non è mai supportato da un solo server per più di 4 ore. Parlaimo di sfiga totale. Si rompe un server e entro 4 ore se ne rompe un altro, ma non è mai detto! Questo problema si ha più con i dischi in raid che con i server

esempio: tu hai un bel raid1 e assuramente, ci può stare, si rompono tutti e due i dischi. Oppure hai due in raid e uno spare. Si rompe un disco in raid, lo spare parte ma si rompe.

Deciso quanto su indicato devo decidere il tipo di server. Posso tranquillamente iniziare con un server di basso livello (cpu e ram) visto che non vi sono clienti, o medio-alto livello.
Possiamo scegliere il basso livello, inteso come poca potenza, però poi che ne faccio di questo

quando i clienti aumentano?

LA DOMANDA nasce in base alle frasi sotto riportate: meglio avere più servers poco potenti o

meno server più potenti?

Più server consumo elettricità e ultimamente i data center fanno pagare più la corrente elettrica che

la banda (in proporzione).

Posso permettermi di dire ai clienti che ho un quad core con 16000 di ram quando in realtà è un

server con 2 cuori, 2000 ram? Se chiedono un accesso ssh e lo scoprono?

Perciò a questo punto potrebbe valer la pena scegliere tra tre opzioni

    a) dire di aver un server piccolo ma che sarà popolato solo da 100 siti (per esempio)

    b)dire una castroneria sul sito e sperare in bene

c) acquistare un server decente e dire la verità sul sito

    DOMINI!!!
    qui è abbastanza semplice la decisione….per metà è semplice..eheheheh…

Il problema non si pone per i domini internazionali, bensì per i domini .it

Per i domini internazionali faccio come tutti, mi avvalgo di un account namecheap, onlinenic,

enom, tucows, resellerclub, godaddy, etccc, e il gioco è fatto. Unica decisione è quanto buttarci

dentro per avere uno sconto maggiore sui domini

Il problema è per i .it.

In Italia c’è un autorità esosa e a differenza dei registrar chiede subito un bell’investimento per far

parte di quella classe di elite che ha la possibilità di registrare i domini, di quella classe d’elite che

ha la sfortuna di dover ogni tanto combattere

col NIC per registrare un dominio.

Diventare mantainer costa precisamente 2500 euro +iva una tantum con 60 domini gratis da

consumarsi in un anno. BENONE! Alla faccia dell’inflazione, ai tempi della lira costava 2.000.000

circa di lire.

In pratica il NIC mi regala 294 euro di domini e si tiene 2206 euro per se, però….. sei mantainer!! ehhehehe
Mantainer significa autonomia nelle registrazioni, nei trasferimenti, nei cambi DNS, una bella autonomia, ma costa. Cosa fare? Dovrò mettere sulla bilancia i pro e i contro e tra i contro inserirò

il fatto di dover cercare un mantainer come fornitore, veloce nelle registrazioni e negli

aggiornamenti DNS, però c’è un problemone……e se un giorno avrò 300 domini? Che faccio? Mi

registro come mantainer? Si è fattibile, però dovrò gestire 300 lar, 300 moduli trasferimento

mantainer, cioè da panico!

Riassumiamo

soluzione sicura, a mio giudizio (MINIMA SPESA)>

1 rack intero + 100Mb di banda Circa 2300 euro +iva / mese (doppia linea elettrica)

mantainer 2500 una tantum

server doppio di qualità elevata con 4 ore assistenza, minimo 8000 euro una tantum

doppio switch sui 1400 euro

pannello di controllo da 350 a 1300 euro (cpanel o plesk)

studio fattibilità cluster in outsourcing: 5000 euro (minimo)

2300 euro/mese e 19.000 una tantum

Soluzione media (MINIMA SPESA)>

1/2 rack + 10Mb di banda linea non ridondata: 500 euro / mese

mantainer 2500 un atantum

server 1 di qualità sui 3000 euro

1 switch da 500 euro

pannello cpanel o plesk (da 350 a 1300 euro)

outsourcing sui 1000 euro

500 mese + 8000 euro una tantum

Soluzione BASE (MINIMA SPESA)>

1 server presso thePlanet decente 300 euro/mese

domini rivendi da altro mantainer= 0 euro

no switch, no rack, no

300 euro mese

SOLUZIONE BASE= concorrenziale al massimo. Guadagni da paura se prendi clienti. Puoi vendere a prezzi bassissimi e THEPLANET ti dà i server in 10 minuti
MA ATTENZIONE!!!! sarai sempre un rivenditore e non potrai mai garantire ciò che prometti sul sito

A questo punto aggiungerei qualche info di bilancio

Costi variabili annuali

-spese di incasso (carta, paypal, banca)

-domini it e tld stranieri (sperando che abbiate 30.000 euro al mese di domini da pagare )

-ulteriori server nel caso di aumento clienti

-parcella commercialista se aumentano le fatture

-linea (colocation) nel caso di aumento server

-telefono

Le prime 5 voci sono tutte positive nel caso siano sempre in aumento perchè significa “VENDERE”

Altra mia idea

>5 server DELL alta qualità per pararti il sedere. 2+2+1 + switch

>linea setup e prima rata per 1 rack

>script personalizzato gestione (puoi spendere anche 200 euro 1time, se non sbaglio ,con whmc)

>un pò di costi per il sitozzo

>commercialista (massimo quella cifra, abbondante per il setup della società)

>non è indicata la pubblicità (dai 4 ai 6 mila euro al mese??), la carta, le penne, un bel KVN per

controllo da remoto dei server (ci son da tutti i prezzi)

spese server € 15.000,00

linea setup € 5/600,00

Cavi, cavetti € 350,00

pannelli vari (cpanel-plesk) € 1.500,00

domini € 2.500,00

tel € 150,00

Consulenze varie € 4.000,00

Ufficio € 400/800,00

Mobili € 1.500,00 (IKEA)

FAX € 50,00

Dipendenti (setup consulente del lavoro ) € 300,00

Sito € 1.000,00

Script € 3.500,00

società € 3.500,00
Qui abbiamo i costi per iniziare con tranquillità. Si può spendere molto meno in server o anche molto di più. Mancano un po’ di spese variabili e fisse di contorno ma da non sottovalutare

Adesso viene il bello..

>1 dipendente base (segretario) > 1800 euro al mese (13 o 14 mensilità dipendete se sei artigiano o

commerciante)

>1 dipendente sistemista decente > 2600 euro al mese (13 o 14 mensilità dipendete se sei artigiano

o commerciante)

>commercialista dai 70 ai 200 euro (dipende dal tipo di società e dalle fatture)

>telecom, alice, adsl, balle varie

>ufficio

>gomme da masticare o sigarette

>se non sono pratico di cpanel o plesk dovrò pagare almeno i primi mesi qualche persona

specializzata? i costi non sono alti. Si trova qualcosa dai 50 ai 70 euro al mese per server

>pubblicità da 1000 A 15000 EURO e ancor di più. Dipende dal target da colpire, dal rientro che

volete, dalla visibilità)

>imprevisti (corna in terra)

Adesso vedete quanto potete o volete spendere e decidete cosa fare.

Se volete sono disponibile per consulenze..oramai è il mio lavoro far fare hosting agli altri:)

Cristiano Gatti

Domanda interessante di Shazan

Se un’azienda è produttiva, per quale motivo dovrebbe rinunciare ai propri profitti futuri e vendere?

risposta su hostingtalk:
Non penso che io possa essere in grado di illuminare nessuno.
Ognuno ha le proprie idee, le proprie politiche commerciali, le proprie esigenze, i propri limiti, le proprie conoscenze del mercato, le proprie visioni a breve-medio-lungo termine, i propi obiettivi.

C’è “chi vende” e c’è “chi viene comprato”. Penso che questa sia una distinzione importante. Il risultato è il medesimo però con situazioni di cessione ben diverse.

Normalmente chi vende è in una fase in cui è quasi costretto a vendere perchè se no se lo mangiano le banche. Dopo la vendita sarà appagato al 100% a livello mentale ma molte volte poco appagato a livello economico
Chi viene comprato, dopo la vendita, è appagato a livello economico ma non del tutto a livello mentale perchè sa cosa avrebbe potuto guadagnare nel lungo termine se le condizioni socio-economiche rimangono inavariate. Perchè nel lungo termine? perchè nel medio periodo è coperto abbondantemente dalla vendita.

Chi compra lo fà per giusti motivi perchè sà di guadagnare bene o abbastanza bene e sicuramente di non rimetterci
Chi compra normalmente è sempre una società che grazie alla propria struttura guadagna normalmente sempre più di quello che guadagnava il venditore, a meno che il compratore è quasi ai soliti livelli del venditore. In quest’ultimo caso la marginalità di guadgano si abbassa a causa della non completezza e potenzialità della struttura portante iniziale.

Leggendo un pò di storie son venuto a conoscenza di imprenditori di un certo livello che di mestiere fanno solo 1 cosa:
-creano aziende per farle crescere e al punto X cedono
e poi rincominciano da capo con un altra azienda e sempre al punto X ricedono.
Non ci volevo credere ma è così.

Ogni cessione aziendale, se non determinata da fattori negativi (indebitamento, non liquidità, e cose del genere), può essere determinata da fattori anche mentali, limiti imprenditoriali, saper capire che oltre a quel livello non si può andare per errori umani o no e per ambizione, volendo di più e meglio, riparti da zero, fattori legati al non appagamento lavorativo, fattori legati al PALAZZO DEI CINESI (non sò se conosci la storiella), fattori legati ad esigenze familiari, fattori legati agli obiettivi, etc..etc…
Penso che ognuno possa dire la Sua motivazione e forse su 10 aziende in UTILE che cedono ognuna avrà la sua versione.
Dire che se una ditta è in Utile e in aumento di fatturato è invendibile è abbastanza riduttivo, a mio banale e inesperto giudizio.

9net con HostingPlan penso abbia messo a segno un bel colpo.
Conosco abbastanza la ditta e sò che era ben messa ad ogni livello, soprattutto per il supporto e la tipologia medio-alta di clientela. Sicuramente non aveva il n. di clienti delle ultime 3 acquisizioni ma il n. di clienti, come dicesti tu se non sbaglio in un thread, conta fino ad un certo punto.

Vi sono società che con 1000 clienti guadagnano più di quelle ditte che hanno 10.000 clienti. Non per questo la ditta con 1000 clienti è inferiore alla ditta da 10.000 clienti. Scusa…ovvio che se hanno il solito prezzo medio di vendita quella da 10.000 clienti è molto superiore, parlo di solito mercato con politiche di prezzi completamente diverse.

C’è chi preferisce per propri motivi, arrivare a guadagnare 100.000 con 1000 clienti e c’è chi cerca di guadagnare, più difficile, 100.000 con 10.000 clienti
Il risultato del guadagano può essere quasi il medesimo ma il lavoro dietro è completamente diverso, come pure il rischio.
Sicuramente la grande azienda preferirà poi acquisire chi ha in quel momento 10.000 clienti se pur ha un guadagno, normalmente, inferiore
Mi scuso se semplifico molto e riduco un pò la spiegazione però dovrei occupare un bel pezzo di forum per comprovare ciò che ho scritto.