Duran Duran

Storico gruppo degli anni 80, sono……..FIATO ALLE TROMBE……i DURAN DURAN…la BAND degli anni 80

Il gruppo è stato creato da due compagni di liceo  Nick Rhodes e John Taylor, e in  seguito, si sono poi aggiunti Roger Taylor, alla batteria, Andy Taylor, alla chitarra, e, per ultimo, il  bel Simon Le Bon, alla voce e testi.
Chi non ricora il film: SPOSERO’ SIMON LE BON:…very trash

I cantanti col rossetto e il rimel:) ma che han saputo fare storia e aiutare canali come MTV (1981) con i loro innumereveoli video clip, aiutando però loro stessi a vendere più di 90 milioni di dischi, piazzando oltre venti pezzi nella Billboard Hot 100, e una trentina nella Top 40 del Regno Unito, tra cui i classici Planet Earth (il loro primo successo inglese), Rio (loro classico per antonomasia), la popolarissima Hungry Like the Wolf, Save a Prayer (la loro ballata più popolare), Is There Something I Should Know? (la loro prima Numero 1), The Reflex (uno dei loro brani più famosi in assoluto), A View to a Kill (colonna sonora del film di James Bond, unico tema principale della popolare serie ad essere entrata in classifica negli USA), più la hitchcockiana Notorious.

Nonostante una musica pop allegra, intrigante e sfruttatissima dalle radio, ciò che si ricorda di più dei Duran Duran, sono i loro stereotipati videoclip, e, sebbene spesso venati di ironia, mai la band si è completamente sottratta alla propria immagine glamour e decadente.

I Duran Duran furono tra i primi complessi musicali ad utilizzare per i loro video promozionali una videocamera professionale da 35 mm, al posto dei soliti videotape a basso costo. In questo modo si distinsero rispetto ai veloci e inespressivi shot video dell’epoca fino a quel momento trasmessi anche da MTV.

In compenso MTV diede ai Duran Duran l’accesso al mercato della Radio statunitense, piuttosto ostile alla musica inglese, alla New Wave e qualsiasi altra diavoleria, (per gli americani) tipo sintetizzatore. Dato che MTV non era diffusa su tutto il territorio statunitense, era facile osservare una specie di sinergia: dove arrivava MTV, gli ascoltatori chiedevando dei Duran Duran, dei Tears for Fears,  e di altre band europee pronte al grande salto verso il successo.

Nel 1984 i Duran Duran,  promossero una tecnologia video pionieristica: furono il primo gruppo a dotarsi di uno schermo video gigante situato sopra il palco, al fine di permettere una buona visione del concerto anche a chi si trovava molto indietro.

Una delle ultime canzoni dei Duran Duran..verso gli Arcadia

Wild Boys Paninari e Drive In

Quando penso al passato e voglio associare una moda ad una canzone e ad una trasmissione mi viene in mente WILD BOYS dei Duran Duran.

Uno avrebbe potuto pensare alla commerciale canzone dei Pet Shop Boys “PANINARO” ma non è così.

Chi ricorda quei tempi, avrà bene a mente un ganzo personaggio di Drive In che intonava WIld Boys facendo la macchietta del paninaro…..ENZO BRASCHI

http://www.youtube.com/watch?v=gCWyYOOS8FQ

Paninaro (chi avrebbe mai pensato che il nome ……:
Il “movimento paninaro” nacque e fu piena espressione dell’ondata di riflusso e disimpegno che seguì i turbolenti e politicizzati anni settanta. Lo stile di vita dei paninari rifiutava di occuparsi degli aspetti angoscianti dell’esistenza e, più in generale, di ogni forma di impegno sociale: l’obiettivo primario dei paninari era godersi la vita senza troppe preoccupazioni e in tal senso si trovavano perfettamente a loro agio nell’adeguarsi ai modelli del cinema americano di consumo e ai consigli degli spot pubblicitari trasmessi dalle televisioni commerciali.

La moda paninara nacque tra il 1982 e il 1983 in alcuni licei privati di Milano (Gonzaga,Studium, Leone XIII, Salesiani, San Carlo) con una base di nemmeno un centinaio di giovani che avevano in comune le vacanze estive in Liguria o in Toscana (Forte dei Marmi, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Camogli) e quelle invernali a Madonna di Campiglio o Courmayeur. Questo gruppo iniziò a vestirsi in modo simile acquistando nei negozi del centro cittadino capi di abbigliamento di origine (o stile) statunitense e iniziò a ritrovarsi i pomeriggi nel centro di Milano nella zona di Piazza Liberty dove si trova il bar “Al Panino”, che fornì il nome al movimento.

Quanto mi stavano sulle balle i paninari…tutti vestiti firmati, tutti uguali, tutti con quel gel in testa per fare i fighetti..
Forse perchè non potevo permettermi di esser paninaro, non lo ero..però non ero neppure un DARK..ero me stesso. Vestito con ciò che passava il convento e a pensarci cuccavo più io di tanti paninari della zona. ..ahahhahaha

Enzo Braschi iniziò la sua carriera al drive-in presentandosi addobbato come i paninari milanesi di metà anni ’80, narrando con finto gergo giovanilistico gli improbabili tentativi di combinare con l’altro sesso e di evitare le rappresaglie di altri esponenti di sottoculture giovanili.

Le sfide tra fans! Spandau o Duran?

Molte ragazzine erano fans di Simon Le bon e dei Duran Duran, moltre altre degli Spandau Ballet.

Sinceramente non ho mai ben capito la motivazione visto che musicalmente erano su due scie diverse e in un certo modo anche un target di fans ben distinto.
Forse la vivevo da maschio e non da femmina. Preferivo la melodicità degli Spandau a quella dei Duran. Di contro preferivo la grinta dei Duran e la loro commercialità da discoteca, a quella degli Spandau. Li ho sempre inseriti su due paini diversi.

Per i miei gusti non erano il massimo della vita nessuno dei due. In circolazione vi erano meterore che facevano di meglio, vi erano un certo George Michael e il suo omonimo Michael Jackson che non erano da meno (heheeheh)

Comunque è giusto che ogni decennio abbia i propri duelli

Duran VS Spandau

Michael Jackson vs Prince (per modo di dire)

Quenn vs U2

Rai vs Mediaset….ma che cacchio c’entra

Storia WIKIPEDIA
Gli Spandau Ballet sono un famoso gruppo musicale britannico degli anni Ottanta. La formazione originaria (mai cambiata) è composta da cinque elementi (più uno): i fratelli Gary e Martin Kemp (il primo, autore di quasi tutti i brani della band, nonché loro chitarrista, si è successivamente avviato a una carriera di attore, comparendo nel noto film The Bodyguard-La guardia del corpo, al fianco della cantante Whitney Houston, anche lei al suo debutto cinematografico, e l’attore professionista Kevin Costner); il secondo, bassista del gruppo, si è poi anche lui dato al cinema, con minore successo e parti, più o meno importanti, in film per lo più di serie B o scabrosi, costruiti proprio attorno alla sua indubbia avvenenza fisica giovanile), il sassofonista e percussionista Steve Norman, il cantante Tony Hadley, che dopo lo scioglimento del gruppo ha intrapreso una non troppo brillante carriera solista, assieme al batterista John Keeble, quinto membro ufficiale della band, e al tastierista Toby Chapman, sesto membro ufficioso degli Spandau Ballet, con loro in tutti i dischi come turnista fisso, ma mai nel quintetto-base (il primo album del trio Hadley/Keeble/Chapman, intitolato “The State of Play”, accreditato al solo Tony, ma composto e suonato da tutti e tre, con altri collaboratori, sia per la stesura dei testi che per la realizzazione delle musiche, è stato pubblicato per l’etichetta EMI, nel 1992; in séguito, uscirà un secondo album di cover). Inizialmente ispirati da un misto di funk e synthpop, il gruppo New Romantic degli Spands (così erano conosciuti in breve dai loro numerosi fans, mentre in Italia si preferiva semplicemente l’elemento germanofono del nome, Spandau) maturò infine uno stile molto elegante e raffinato, principalmente pop, con venature leggermente rock a tratti, e spiccatamente soul nelle melodie vocali e nell’uso del sax. Come i loro rivali Duran Duran (dal sound decisamente più commerciale, nonché più duro) hanno ‘spaccato l’America’, pur se brevemente, e soprattutto l’Italia, la quale, oltre che conquistata dai due gruppi inglesi, fu, per un periodo, letteralmente divisa, soprattutto per quanto riguarda l’agguerrito e caloroso pubblico femminile, tra «duraniane» e «spandauballettiane» (o «spandies», dall’originale termine utilizzato in Gran Bretagna), che hanno rappresentato quasi due scuole di pensiero, completamente opposte. Il quintetto britannico ha venduto più di 20 milioni di dischi nel mondo.

Gli Spandau Ballet pubblicarono il terzo album a febbraio del 1983, intitolato True, caratterizzato da un sound più adulto e contemporaneo, prodotto dal duo Jolley & Swain, formato da Tony Swain e Steve Jolley – che divennero per un paio d’anni i produttori inglesi più famosi del mondo, portando al successo gli Imagination, le Bananarama ed Alison Moyet, prima di venire usurpati dal trio di assi pigliatutto Stock, Aitken & Waterman, che portarono al successo una nuova generazione di artisti e gruppi, quali Kylie Minogue, Dead or Alive e Rick Astley (ma la lista è prossoché infinita, e comprende anche l’italiana Sabrina Salerno).
La title track, True era un pezzo di sei minuti, che si rifaceva alle sonorità nere della leggendaria Motown (e, per certi aspetti, di Marvin Gaye). Anche il look cambiò — gli abiti multi-strato e il trucco del movimento New Romantic che avevano aiutato a fondare furono rimpiazzati da vestiti eleganti, ispirati agli anni quaranta, e facce pulite.
La band aveva tuttavia un aspetto vagamente aristocratico, ancora. Fu a questo punto che Steve Norman divenne il sassofonista del gruppo (non a caso, il brano “True” è diventato celebre anche per l’assolo di sax che ne costituisce il middle, considerato uno dei tre migliori assoli di questo strumento di tutti i tempi.
L’album raggiunse la vette delle classifiche in tutto il mondo, lanciando diversi singoli di successo internazionali, i più famosi dei quali furono “Gold” e la citata title track, “True”, che fu Numero 1 in molti paesi.

Il quarto album (FINALMENTE UN SUCCESSO VERO), Parade (giugno 1984) e i suoi singoli furono nuovamente grandi successi nelle classifiche di Europa, Australia e Canada (oltre che in Italia, dove ha inizio in questo periodo la lotta con la band dei rivali Duran Duran, che porta ai due opposti schieramenti dei relativi fans) e il brano di apertura, “Only When You Leave”, divenne la loro ultima hit americana.
Alla fine del 1984, il gruppo partecipò al singolo di beneficienza con la Band Aid, “Do They Know It’s Christmas”, con Tony Hadley che ebbe un ruolo principale tra i cantanti, vicino a colleghi illustri quali George Michael e Simon Le Bon, mentre nel 1985, suonarono alle session dal vivo del Live Aid tenutesi al Wembley Stadium.
In questo stesso anno, gli Spandau Ballet ottennero il Disco di platino con la loro prima raccolta di successi, intitolata The Singles Collection, edita dalla casa discografica storica, la Chrysalis Records, che tenne vivo l’interesse per il gruppo tra due album di studio, celebrando cinque anni di successi ininterrotti.
Nel 1986, gli Spandau Ballet firmano per la major CBS, pubblicando il nuovo album, Through the Barricades (ottobre 1986), che vide la band tentare di allontanarsi dalle influenze più spiccatamente pop/soul dei due dischi precedenti, True e Parade, abbracciando un sound più rock.
Il long playing, la title track e il primo singolo estratto, “Fight for Ourselves”, furono grandi successi nella madrepatria inglese, in Europa – in particolare in Germania, in Italia e nel Benelux, come di consueto – e in Australia, ma non negli USA.